Settimana lavorativa corta? Ci arriveremo in ogni caso…

Loris Castagnini
3 min readApr 7, 2024
posti di lavoro vuoti…o persi?

La transizione verso una settimana lavorativa più corta rappresenta un esperimento socio-economico di grande interesse, le cui conseguenze varieranno a seconda di come verrà gestita e implementata l’operazione nei diversi contesti lavorativi.

Il tema, in Italia, rappresenta motivo di discussione acceso, che coinvolge tanto il Parlamento quanto il mondo aziendale.

Probabilmente si arriverà alla sua approvazione in tempi più o meno lunghi.

Non intravedo però una reale visione del futuro nella discussione in atto ed il motivo “vero” per cui ci si arriverà.

Vantaggi e svantaggi di cui si discute:

Vantaggi

  • Aumento dell’Occupazione
  • Migliore Equilibrio Vita-Lavoro
  • Incremento della Produttività
  • Riduzione dello Stress e delle Malattie Professionali
  • Impatto Ambientale Positivo

Svantaggi

  • Costi per le Aziende
  • Rischi di Riduzione Salariale
  • Disparità tra Settori
  • Resistenza Culturale
  • Complessità nella Gestione dei Progetti

A conferma della mia critica sulla miopia del comparto politico, nessuno ha segnalato l’ingresso a gamba tesa delle Intelligenze Artificiali nel contesto dell’ambito occupazionale.

A mio avviso, nel giro di 5 anni, sarà molto probabile che almeno il 25% dei lavoratori perda il proprio posto di lavoro.

L’impiego delle intelligenze artificiali nel contesto lavorativo sta già trasformando molti settori, e la sua integrazione potrebbe avere un impatto significativo anche sulla transizione verso una settimana lavorativa corta, non a beneficio dei lavoratori come invece viene da più parti prospettato.

Nel momento in cui una AI “sostituisse” in toto o in parte un lavoratore, la settimana corta diventerebbe un’opzione di sopravvivenza e non più la possibile equazione “meno ore ma uguale salario”. Sarà una specie di “part time” al quale il lavoratore si dovrebbe aggrappare per non rimanere senza lavoro, a stipendio ridotto ovviamente.

La Politica potrebbe arrivare a mettere una pezza a tutto questo?

Forse sì: realizzando un supporto economico simile al “credito sociale” con tutte le conseguenze del caso, non proprio paradisiache per lo Stato nel suo complesso e per la persona stessa.

In ogni caso, le Intelligenze Artificiali non saranno solo un danno per l’occupazione: nasceranno nuove opportunità di lavoro in campi emergenti e innovativi, compensando eventuali perdite occupazionali in settori più tradizionali.

Sta al singolo lavoratore e/o professionista iniziare “da ieri” a mettersi al riparo da questo cambio epocale. Come? Studiando tanto, sperimentando, amplificando la propria specializzazione, trovando alternative, preparando un “piano B”, provando a conoscere le AI nella loro struttura senza diventare programmatori ma realizzando come lavorano sfruttandone, di conseguenza, le possibilità.

La combinazione tra l’introduzione della settimana lavorativa corta e l’avanzamento delle tecnologie AI presenta un panorama complesso. Da un lato, l’AI ha il potenziale per superare alcuni degli ostacoli pratici e finanziari legati alla riduzione delle ore lavorative, contribuendo a rendere questa transizione più sostenibile per le aziende e più vantaggiosa per i lavoratori. Dall’altro, la rapida evoluzione dell’AI solleva questioni etiche e sociali che vanno attentamente considerate, specialmente in termini di equità occupazionale e impatto sul tessuto sociale.

Tu, come la vedi?

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Loris Castagnini

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